Il corpo del sovrano

di Daniele Zito


Per la prima volta da tempo immemore” vivo un papa se ne fa un altro”. In poche ore tutti i commenti in un senso e nell’altro si sono sprecati per una notizia che ha una portata che ad oggi non può essere definitivamente chiara.
Mi pare interessante soffermarmi su quanto questo episodio possa dirci sul rapporto con il proprio corpo e, in fin dei conti anche con la morte terrena.
Si vive in un tempo di corpi che cercano di ingannare il tempo, corpi che negano disperatamente l’età che hanno e che cercano di trovare rimedi all’età che avanza, corpi di “sovrani” a vario titolo che vengono mostrati e ostentati al pubblico cercando una qualche forma di effimera immortalità che inganni il progressivo e naturale invecchiamento e decadimento del corpo stesso.
Un pontefice, il cui corpo anche in ultimo con Giovanni Paolo II era diventato elemento da esporre prima e anche dopo la morte a pellegrini e fedeli che in quel corpo senza vita, un po’ oscenamente cercavano di recuperare la loro vita di fede, rompe un rito che con pochissime eccezioni andava avanti da due millenni.
Un sovrano il cui corpo, in fin dei conti, era stato offerto alla causa della fede, decide di rispettare il proprio corpo che invecchia, che non ce la fa più, che si avvia nell’ultima fase della vita, in un momento in cui viene l’ora di rimettersi ad ascoltare più che continuare a parlare. Decide che l’esposizione di un corpo stanco e vecchio non può giovare alla causa della fede. Decide che la fede non è necessariamente un corpo che soffre, ma che si identifica di più in un corpo che ha i suoi chiari limiti esistenziali, fisici e intellettivi e ne prende consapevolezza e vive i tempi della propria esistenza in armonia con se stesso e non in lotta con il proprio declino.
Quanto successo porta una lezione laica oltre che religiosa, una lezione sul rispetto del proprio corpo e sul rispetto e sul riconoscimento dei tempi della vita. Un invito ad un rapporto sereno con il proprio corpo e con le varie fasi della propria vita, che sono da vivere pienamente, ma senza una disperata ricerca di immortalità.
In un paese che invecchia e con vecchi che non riescono a farsi da parte, un vecchio al quale nessuno chiedeva di farsi da parte ci insegna che il rispetto del proprio corpo e dei propri tempi è quello che ci può rendere uomini.

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