Soldato di Israele

Scrivo a te,
soldato di Israele

che hai coltivato la speranza
in una memoria antica,

che vieni dal dolore
di un pregiudizio arcaico
e misterioso,

che hai in eredità
la predilezione di
un amore preveniente,

che hai ricevuto
il testimone
della vita solidale
e fraterna.

Scrivo a te,
soldato di Israele

che sai prendere bene la mira
e centrare in pieno la speranza del mondo
uccidendo la Promessa eterna,

che obbedisci al comando di sterminio
e perpetui lo stesso dolore
già patito dai tuoi padri,

che abbandoni lo “Shemà”
dimenticando di ascoltare Dio
e perseguiti chi crede ancora che
“salvando una vita si salva il mondo intero”,

che hai gettato via quel testimone
e trasformi la tua stessa vita
in un inferno di odio e solitudine.

Scrivo a te,
soldato di Israele

nella speranza che
davanti al bimbo del “nemico”
possa ricordarti di quando eri tu un bimbo,

nella fiducia che
la memoria dell’indicibile
sofferenza dei tuoi padri
risvegli il tuo cuore
durante l’esecuzione
del perfetto genocidio,

nel desiderio che
la tua anima non cada
nelle fiamme di una colpa
troppo grande per essere vissuta

e che il tuo cuore sappia ascoltare
il grido di dolore che sale dalla terra,

quella stessa terra promessa
che da troppo tempo profani
con il sangue dei fratelli.

Oggi scrivo proprio a te,
soldato di Israele

con il cuore gonfio di dolore
per dirti di gettare l’arma
e, in un ultimo sussulto di umanità,
di riconoscerti uomo negli occhi del fratello,

nella denuncia della criminale tirannia
di ritornare a casa
nella verità della pace
per ritrovare la tua dignità di uomo tra gli uomini,
di figlio amato dal Signore.

Ricorda,
soldato di Israele,
e ascolta ancora
“Adonai Eloheinu, Adonai Echad”
e tu lo amerai con tutto te stesso….

Oggi scrivo proprio a te,
soldato di Israele

perché tenace è la mia speranza,
non vuole morire la mia speranza

perché è la stessa speranza
del nostro unico Signore

il Dio dei nostri padri
il Dio della vita.

Giugno 2025
Giovanni Farro